A cosa mi serve lavorare se tutto quello che guadagno lo spendo in nido e baby sitter?
A cosa mi serve lavorare se tanto faccio un lavoro che non mi piace e che non mi dà niente?
A che serve pagare una persona che cresce mio figlio al posto mio?
Quando il lavoro non è legato al piacere o alla soddisfazione personale e lasciarlo diventa più facile che mantenerlo, tante sono le riflessioni che si fanno sul perché si debba continuare a lavorare.
Ogni caso è a sé e ogni storia è diversa, ma c’è una cosa che riguarda tutte e un consiglio che mi sento di dare a tutte indistintamente: non mettiamo mai in discussione la nostra indipendenza, perché è preziosa.
Oggi parliamo di questo, di indipendenza.
E siccome non c’è indipendenza senza indipendenza economica, ne parliamo oggi, perché:
- Ottobre è il mese dell’educazione finanziaria
- Sono stata invitata qualche giorno fa a parlare di questo tema in un evento e mi sono portata dietro tantissime cose che vorrei dirvi
- Vi vorrei dare dei consigli concreti e degli aiuti specifici
Cosa si intende per indipendenza economica?
Per indipendenza economica si intende avere una propria fonte di reddito e quindi avere un lavoro e un proprio conto in banca. Sembrano cose scontate per molte, ma non per tutte. Basta pensare che in Italia il 37% delle donne non possiede un conto corrente proprio.
Perché sono stata invitata io a parlare di questo tema?
Perché l’indipendenza economica è un tema cruciale per le donne che combattono ogni giorno contro stereotipi culturali ancora ben radicati e una delle sfide da affrontare per raggiungere l’indipendenza economica riguarda proprio la disuguaglianza di genere. Il problema della disuguaglianza di genere poi, si fa ancora più forte quando entra in gioco anche la maternità, che continua a rappresentare ancora, purtroppo uno dei principali fattori di allontanamento delle donne dal mondo del lavoro.
Molte neo mamme si trovano dopo la maternità in una situazione di difficoltà al rientro lavorativo per tutti i problemi che ben conosciamo: incompatibilità degli orari, mancanza di supporto, costi elevatissimi per le strutture... e mille altre cose che rendono l’abbandono del lavoro una delle prime “soluzioni”.
Purtroppo però lasciare il lavoro è più un problema che una soluzione.
Anche quando è difficile, anche quando è faticoso, anche quando pensi “ma chi me lo fa fa?” Dobbiamo ricordarci che avere un proprio lavoro deve essere una priorità e una possibilità per le donne perché la mancanza di indipendenza economica è un problema che può avere diverse ricadute più o meno gravi e non sempre facilmente riconoscibili. La “meno” grave è il disagio personale o di coppia, passando per difficoltà emotive e psicologiche fino a problemi più importanti come il totale controllo finanziario da parte del partner e quindi la cosiddetta “violenza economica”.
Per questo è importantissimo lavorarci su questa cosa, ragazze.
Ognuna come può, per sé stessa o per le altre, dobbiamo lavorarci, tutte.
E se qualcuna non ce la fa, nonostante gli sforzi, perché è difficile e non sempre le cose baste volerle per ottenerle, allora dobbiamo lavorare anche per lei. Prendiamoci questa responsabilità.
Come?
Quali sono i passi che possiamo fare per facilitare il nostro reinserimento al lavoro o assicurarci di mantenerlo con serenità? O per aiutare un’amica a farlo? O per divulgare questi temi importantissimi e diffondere consapevolezza? Vi voglio scrivere 4 pilastri fondamentali che ho individuato su cui possiamo lavorare.: |